Tra gli adulti, saltare i pasti è associato ad eccesso di peso corporeo, ipertensione arteriosa, insulino-resistenza, ed elevate concentrazioni di lipidi plasmatici a digiuno. Tuttavia, rimane sconosciuto se specifiche abitudini alimentari, indipendentemente dalla composizione dietetica, influenzino il rischio di malattia coronarica (CHD).
L’obiettivo di un recente studio, curato da ricercatori della Harvard School of Public Health di Boston, è stato esaminare in modo prospettico abitudini alimentari e rischio di CHD.
Le abitudini alimentari, compresa una sana prima colazione, sono state valutate nel 1992 su 26.902 uomini americani, dell’ “Health Professionals Follow-up Study”. L’indagine è stata condotta su uomini operatori sanitari (dentisti, veterinari, farmacisti, optometristi, osteopati e podologi) di età compresa tra i 45 e i 75 anni, per il 97% di razza bianca, liberi da malattie cardiovascolari e cancro. Di questi il 13% aveva dichiarato di non fare colazione e lo 0.2% di mangiare a tarda notte. E’ interessante notare come i partecipanti che non facevano la prima colazione erano più giovani di coloro che la facevano ed avevano più probabilità di essere fumatori, di lavorare a tempo pieno, di essere celibi, di essere meno attivi fisicamente, e di bere più alcolici. Durante 16 anni di follow-up, sono stati diagnosticati 1.527 casi incidenti di CHD (definite come infarto del miocardio fatale o infarto del miocardio non fatale). Gli uomini che avevano saltato la colazione avevano un rischio più elevato, precisamente del 27%, di malattia coronarica rispetto agli uomini che assumevano abitualmente la colazione. Inoltre gli uomini che mangiavano a tarda notte avevano un rischio di CHD superiore del 55%, rispetto a chi non lo faceva. Queste associazioni sono state mediate da indice di massa corporea, ipertensione, ipercolesterolemia e diabete mellito. Nessuna associazione è stata osservata tra frequenza di consumo e il rischio di CHD. Il numero di volte che gli uomini mangiavano al giorno non è stato quindi associato al rischio di malattia coronarica, anche se precedenti analisi su questa coorte hanno dimostrato relazioni tra frequenza dei pasti, aumento di peso corporeo e diabete mellito tipo 2. La percentuale di coloro che mangiavano a tarda notte in questa popolazione è molto piccola, e non ci sono sufficienti studi per indicare se questa abitudine sia molto diffusa nella popolazione generale, pertanto gli autori hanno segnalato di non poter stabilire se l’associazione osservata tra mangiare a tarda notte e rischio di malattia coronarica sia rilevante come problema di salute pubblica.
Mentre fare colazione, è associato ad un rischio significativamente più basso di CHD nella coorte di uomini oggetto dello studio, ed è quindi bene raccomandare una sana prima colazione a tutti i pazienti.
Fonte:
“Prospective Study of Breakfast Eating and Incident Coronary Heart Disease in a Cohort of Male US Health Professionals” Leah E. Cahill et al; Circulation July 23, 2013, Volume 128, ISSUES